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sabato 3 febbraio 2018

Lexus IS 300h

L’arrivo dell’Alfa Romeo Giulia ha dato una scossa alla nicchia di mercato delle berline del segmento D (in Italia vale il 5% del totale). Ma in questo ambito, dominato dalle solite tedesche, si muove un’altra alternativa: la Lexus IS 300h. Nata nel 1999 come concorrente dichiarata della BMW Serie 3, è cambiata nel 2006 e nel 2013 si è rinnovata completamente, puntando tutto sulla propulsione ibrida, che comprende un quattro cilindri di 2.5 litri da 181 cavalli e la classica trasmissione e-Cvt Toyota/Lexus con motore elettrico da 105 kW/143 CV, che invia il moto alle ruote posteriori, per una potenza complessiva di 223 CV.
 Nella meccanica le modifiche sono più di sostanza perché, assecondando le richieste dei clienti, la Lexus ha irrigidito le sospensioni con vari interventi sui bracci, sulle boccole, sulle barre stabilizzatrici e sulle molle, oltre a rivedere la taratura dello sterzo. Completa la dotazione di sicurezza, a partire dagli otto airbag, per chiudere con vari sistemi di assistenza alla guida, tra cui quello che mantiene la vettura nella corsia di marcia intervenendo sullo sterzo.
 Come va. Su strada si ritrova il tipico comportamento delle ibride Toyota/Lexus, caratterizzato da una grande fluidità e silenziosità quando si viaggia tranquillamente e da una certa mancanza di linearità tra i comandi dell’acceleratore e la risposta del motore se si guida in modo un po’ più aggressivo. I paddle al volante consentono di agire sulla trasmissione ibrida per simulare i rapporti fisici di un cambio tradizionale, migliorando un po’ le cose, ma certo non fanno la differenza come la vera trasmissione automatica a quattro marce che sulla nuova coupé LC 500h è stata aggiunta all’e-Cvt. La IS 300h restyling si rivela anche un po’ rigida, e ciò s’avverte a maggior ragione sulle strade non proprio impeccabili di Roma e dintorni, dove l’abbiamo guidata. Il percorso perlopiù cittadino e il traffico non hanno consentito di valutare pienamente l’assetto, ma, nonostante la nuova taratura del servo, lo sterzo resta d’impostazione turistica e non invita ad alzare il ritmo.